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La Sede

L’edificio che ospita l’Ambasciata d’Italia a Sofia è stato in origine costruito come rappresentanza diplomatica dell’Impero austro-ungarico dopo la liberazione dall’Impero Ottomano con il Trattato di Santo Stefano e poi con quello di Berlino.

Il 22 marzo 1882, il Consiglio dei Ministri del Principato di Bulgaria concede a titolo gratuito al Governo austro-ungarico il terreno per la costruzione del palazzo dell’Agenzia diplomatica e il 7 aprile 1882 l’architetto Brang mostra all’Agente diplomatico dell’Austria-Ungheria a Sofia, il barone Biegeleben, il progetto che ha elaborato. I lavori di costruzione iniziano il 14 aprile dello stesso anno a spese del Barone Biegeleben in quanto il Governo austro-ungarico ha deciso di non poter assumersi i costi. L’inaugurazione ufficiale del palazzo avviene nell’inverno del 1883.

Dopo un prolungato carteggio tra il Ministro degli Affari Esteri e Biegeleben, nel febbraio 1907 avviene il passaggio di proprietà del bene e così, venticinque anni dopo la sua costruzione, l’edificio in Viale Tsar Osvoboditel n. 11 diventa proprietà dell’Austria-Ungheria. L’area totale comprende il Viale Tsar Osvoboditel, Via Shipka, Via Parish e il terreno della confinante agenzia diplomatica italiana che era stata nel frattempo costruita nel 1905 e che ospita oggi l’Ambasciata d’Austria.

Il 14 novembre 1918 la vecchia parte dell’edificio della legazione austro-ungarica viene occupata dall’Italia. L’occupazione viene eseguita sulla base delle esigenze del Generale Mombelli della Missione militare italiana sotto il comando delle forze franco–britannico–italiane, nonché dell’incaricato Ministro plenipotenziario Barone Aliotti nella sua qualità di Commissario del Regno d’Italia.

Al termine del conflitto che vide l’Austria-Ungheria sconfitta, a titolo di riparazione per i danni di guerra, nel settembre 1922 i due immobili sono sottoposti a valutazione, preludio al loro scambio. Subito dopo il riordino dell’ex edificio della legazione italiana, non utilizzato dal 1915, lo scambio viene effettivamente realizzato il 14 febbraio 1925.

Dal settembre 1944 al maggio 1947 l’edificio è sede del Comando sovietico nella città; nella cantina vengono realizzate celle per prigionieri. Dopo il maggio 1947 fu restituito all’Italia e riassunse la funzione originaria.

L’edificio demaniale, che è stato più volte ristrutturato dopo il passaggio all’Italia in particolare nella parte destinata alla Cancelleria per adattarla alle mutate esigenze di lavoro e di sicurezza, è situato nel cuore della capitale, accanto alla centralissima piazza ove sorgono la cattedrale dedicata ad Aleksandr Nevskij ed altri fra i maggiori monumenti della città. Esso conserva sia nella facciata, sia nella parte destinata alla Residenza la magnificenza di una sede diplomatica ottocentesca con gli arredi e le opere d’arte apportate subito dopo il passaggio all’Italia, grazie ai conferimenti dai palazzi della famiglia Savoia in Piemonte.

L’edificio rappresenta un patrimonio storico e architettonico e il Governo italiano si è impegnato nel corso degli anni per la sua manutenzione e adeguamento nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e delle normative a tutela dei beni architettonici. Nel corso degli anni l’Ambasciata d’Italia ha preservato la sua struttura originaria, il mobilio e le decorazioni, mantenendo il fascino di una villa che esprime lo spirito e la cultura italiani.


La Residenza in una foto del 1930


La Residenza in una foto del 2019